Agrobiodiversità

La chêpe de murte: un PAT di Puglia dalle origini mitiche, anche in cucina

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Nella provincia di Bari il cavolo rapa (Brassica oleracea L. var. gongylodes L.) è conosciuto con il nome di “chêpe de murte” (con la "e" muta, “capa di morto” o meglio “testa”). Si tratta di un ortaggio minore, di forma sferica, così chiamato perché assomiglia a un teschio una volta che vengono eliminate le foglie e rimangono delle "cicatrici" sulla buccia. Ma il nome dialettale barese non è casuale, rimanda a antichissime tradizioni nord europee legate al calendario e alla mitologia dei nostri avi.

Nel 2022 la “chêpe de murte” è stato inserito nell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) pugliesi. Sarà proprio Eleonora Matarrese, “La Cuoca Selvatica”, autrice di questo contributo per la V Settimana della Biodiversità Pugliese a tenere un seminario sui PAT dedicato alle tradizioni contadine e alla ricchezza della nostra terra, ai temi della fitoalimurgia, dell’etnobotanica e dell’agricoltura sostenibile. Il suo viaggio a ritroso nel tempo, dall’origine dei prodotti alle trasformazioni in cucina, come la storia stessa della “chêpe de murte” dimostra, rivela continue ed appassionanti sorprese.

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