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'Grano buono di Rutigliano': un'eccellenza del territorio da tutelare e valorizzare

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Agrobiodiversità

Il ‘Grano buono di Rutigliano’ è da sempre coltivato a Rutigliano (BA) e rientra oggi tra le varietà iscritte nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone di Puglia.

Il monitoraggio del territorio effettuato nell’ambito del progetto “SaVeGraINPuglia” ha confermato la presenza di tale coltura in areali circoscritti e ha consentito l’acquisizione di granella da agricoltori locali e dall’Azienda Agricola sperimentale “Maria Elisa Venezian Scarascia” di Rutigliano del CREA-Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente (AA), sede di Bari. All’azienda del CREA-AA è stata affidata la conservazione in situ e i tecnici di riferimento sono Marcello Mastrorilli e Nicola Sanitate.

Tradizionalmente impiegato per scopi alimentari, il ‘Grano Buono di Rutigliano’ è coltivato dagli agricoltori locali per consumo familiare e per la preparazione di piatti tipici, come la minestra di grano e legumi, con utilizzo delle cariossidi intere.

Considerato l’elevato interesse del mercato per l'elevato valore qualitativo, gli attori locali (Comune di Rutigliano, Associazione Portanuova e Gruppo di Azione Locale del Sud-Est Barese), hanno stilato e sottoscritto un “Protocollo d’intesa” in collaborazione con Enti Pubblici di Ricerca di Bari quali il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria-Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente  (CREA-AA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Bioscienze e BioRisorse (CNR-IBBR), l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, il Politecnico di Bari.

Fine ultimo del Protocollo d’intesa, nell’ambito del quale sono state previste attività di ricerca multidisciplinari, è stato quello di definire le caratteristiche che contraddistinguono questo ‘Grano duro buono di Rutigliano’ in maniera univoca agevolando il processo di valorizzazione.


(1) - CREA - Agricoltura e Ambiente, Bari

(2) - CNR - Istituto di Bioscienze e BioRisorse (IBBR-CNR), Bari

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