Il monologo è scritto da Carmen Vogani e Fabio Ciconte, portato in scena dallo stesso Ciconte, scrittore di numerosi libri legati al mondo dell'agrobiodiversità come “L’ipocrisia dell’abbondanza” (Ed. Laterza, 2023) e “Chi possiede i frutti della terra?” (Ed. Laterza, 2022), dai quali è tratto il monologo.
Sinossi
Rosmarina era la mela italiana più esportata nell’Ottocento. Oggi è introvabile. Come il 75% delle piante e dei frutti commestibili scomparsi per sempre dalla circolazione. Una perdita di biodiversità senza precedenti, con effetti disastrosi per l’ambiente. In questo monologo teatrale, Fabio Ciconte – Direttore di Terra! – svela i retroscena del mercato agroalimentare e smonta l’ipocrisia di chi sposta tutto il peso del pianeta sulle spalle del consumatore. Un pugno di potenti gruppi industriali decide il cibo che mangiamo, poche specie e tutte uguali, e trascina in tribunale gli agricoltori “sovversivi”. Ciconte porta in scena anni di ricerca sul cibo, l’ambiente e la società. Partendo da una provocazione: chi ha il portafogli vuoto può fare scelte ecosostenibili? Contributi video e reportage inediti, storie sorprendenti e tragicomiche: un’inchiesta sul campo che dal Sud Italia si è spinta fino alle Isole Svalbard, le terre abitate più al Nord del pianeta, dove vengono custoditi tutti i semi del mondo. Un patrimonio enorme su cui riscrivere il migliore dei futuri possibili.
L'autore
FABIO CICONTE è Direttore dell’associazione ambientalista Terra!, scrittore ed esperto di agricoltura e filiere alimentari. Impegnato da anni in battaglie ambientali e sociali, ha realizzato diverse inchieste e pubblicazioni. Collabora con il quotidiano “Domani”. Per Laterza è autore di Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo (con Stefano Liberti, 2019), Fragole d’inverno. Perché saper scegliere cosa mangiamo salverà il pianeta (e il clima) (2020), Chi possiede i frutti della terra (2022), L'ipocrisia dell'abbondanza. Perché non compreremo più cibo a basso costo (2023). Collabora con News dal Pianeta Terra, podcast di Lifegate e con la trasmissione tv di Rai Tre, Geo.
Il contesto:
Nel corso dell’ultimo secolo, nel mondo, si è perso il 75% delle piante e dei frutti commestibili a favore di varietà esteticamente perfette, geneticamente uniformi e ad alta produttività. È proprio l’uniformità che ha rappresentato – e rappresenta tuttora – l’elemento distintivo con cui è stata reinterpretata l’agricoltura negli anni. Ma uniformità è l’esatto contrario di biodiversità. Al crescere dell’una (uniformità) diminuisce l’altra (biodiversità).
Eppure, sebbene il cambiamento climatico sia uno dei fattori che determinano la perdita di biodiversità in generale, si prevede che la diversità delle colture in particolare possa svolgere un ruolo significativo sia nella mitigazione degli effetti negativi, sia nell’adattamento. È chiaro quindi che una chiave per raggiungere l’adattamento è ampliare la base genetica delle colture.
Per maggiori informazioni:
Settimana della Biodiversità Pugliese: info@settimanabiodiversitapugliese.it
Associazione Terra!: info@associazioneterra.it